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  • tarme della farina

    Tarme della Farina

    di Alessandro Gaiotto (Ale87tv)

    Tenebrio molitor Linnaeus 1758 ; Tenebrio obscurus Fabricius, 1792 [Tenebrionidae]
    mealworms
    Con il termine tarme della farina si intendono le larve di due specie di coleotteri di colore nero - marrone, appartenenti alla famiglia dei Tenebrioidae. T. molitor adulto è più chiaro e di dimensione maggiori (attorno a 20 mm ) rispetto a T. obscurus.

    Sono originari dell’Europa e sono normalmente fitofagi, in natura attaccano le granaglie dopo la raccolta. Tuttavia a basse densità non causano danni rilevanti.

    Sono semplicissimi da allevare, e molto nutrienti per nutrire pesci di media dimensione la cui alimentazione si basa su insetti, fornendo loro anche una parte importante di fibra. Avendo cura di prelevarle di piccole dimensioni possono essere forniti anche ai pesci di media piccola grandezza. Sono somministrati vivi, ma anche essiccati e in polvere.

    Come tutti i coleotteri hanno un ciclo olometabolo che comprende una fase larvale, una di pupa, e una fase di adulto, con una durata tra 280 e 630 giorni. Si riproducono per via anfigonica (accoppiamento di maschio e femmina), anche se sono documentati casi di partenogenesi. Le uova schiudono in 10-12 giorni tra i 18-20°C e maturano solitamente dopo 3-4 mesi (a temperature ambiente) con un numero di mute tra 8 e 20. Lo stadio larvale può protrarsi in casi particolari oltre i 18 mesi. La larva matura è di colore bruno giallastro, lunga tra 20 e 32 mm e pesa tra i 130 e i 160 mg. Alle tarme commerciali viene spesso fornito un ormone giovanile per ritardare la metamorfosi, producendo larve giganti, che superano i 20 mm abbondantemente e possono pesare oltre 300 mg (Finke, 2002) . Lo stadio di pupa dura tra i 7 e 9 giorni a 25°C mentre può protrarsi a 20 giorni a temperature più basse. Gli adulti vivono da 2 a 3 mesi. Il ciclo vitale di T. obscurus è più breve, soprattutto nella fase larvale (Hill, 2002; Hardouin et al., 2003).

    Alimentazione:

    I Tenebrio hanno un’alimentazione molto varia, sono onnivori e possono nutrirsi su ogni tipologia di materiale vegetale, così come su carne e piume (Ramos-Elorduy et al., 2002); solitamente sono allevati su farine di cerali (frumento, orzo, mais) integrando con frutta fresca e vegetali (carote, patate, lattughe) per fornire umidità, per le proteine si forniscono farina di soia, latte in polvere e lieviti (le proteine devono essere il 20% della sostanza secca della razione) (Aguilar-Miranda et al., 2002; Hardouin et al., 2003). Tale dieta è attuabile anche in un allevamento domestico, variando l’alimentazione è possibile determinare il numero di generazioni all’anno. Un’alimentazione molto secca allunga lo stadio larvale, mentre un’alimentazione più umida accelera lo sviluppo fino a 6 generazioni, aumentando la fertilità e l’attività degli adulti, esponendo però la coltura al rischio di muffe e marciumi (Hardouin et al., 2003).

    Conservazione:
    Solitamente le tarme sono somministrate vive, ma si trovano in commercio anche essiccate. Sperimentalmente sono state essiccate a 50°C per 24 ore (Klasing et al., 2000) o 3 giorni (Ramos-Elorduy et al., 2002) oppure per 100°C per 200 minuti (Wang et al., 1996); per 2 giorni al sole (Ng et al., 2001) oppure bolliti in acqua per 3 minuti e poi essiccati a 60°-100°C (Aguilar-Miranda et al., 2002).

    Composizione (variabile con la dieta):
    Tenore idrico 60%
    sulla sostanza secca:
    Proteine 45-60%
    Grassi 30-45%
    Ceneri < 5%
    Basso tenore di calcio (manipolabile con degli integratori, tipo l’8% Ca CO3 2 giorni prima della raccolta delle larve)
    Basso rapporto Ca:P

    Impatto ambientale:

    Le tarme della farina possono venire usate per convertire rifiuti vegetali di bassa qualità in mangime di alta qualità, ricchi in proteine e grassi in un tempo relativamente breve. Inoltre non accumulano le micotossine, che contaminano i cereali rendendoli inutilizzabili per l’alimentazione animale, metabolizzandole.

    la larva:


    la pupa:


    l'adulto:




    Allevamento domestico:

    È possibile allevare i Tenebrio molitor in un contenitore di plastica, meglio se a pareti alte (come un secchiello) coperto da una tela o da un tessuto e chiuso da un elastico, oppure da una zanzariera sempre bloccata. Partire dalle pupe consente di avere in un tempo breve nuove larve, tuttavia è possibile partire da qualsiasi stadio, consiglio però di non partire da adulti, dato che potrebbero aver già deposto le uova. La dieta di base deve essere costituita da pane raffermo, farina di mais, cereali essiccati. Settimanalmente (o anche più raramente) va integrata con alimenti vegetali freschi (gli scarti di cucina). Potete usare anche il mangime per pesci scaduto, invece di buttarlo. Periodicamente, indicativamente una volta all’anno, se il contenitore è di piccole dimensioni, la colonia va spostata e vanno eliminati i residui delle mute e i detriti lasciati dalle larve, ovviamente più grande è il contenitore meno frequente sarà l’operazione.
    Possono verificarsi fenomeni di cannibalismo verso le pupe, specie in colonie numerose in piccoli contenitori, per cui è opportuno spostarle in piccoli contenitori fino allo sfarfallamento degli adulti, che saranno poi reinseriti nella colonia.
    In conclusione, se non si esaspera la produttività della colonia accontentandosi di una – due generazioni l’anno, i Tenebrio sono tra i cibi vivi più facilmente allevabili e a meno rischio di estinzione della colonia, molto nutrienti, fermo restando che non possono costituire l’unico alimento della dieta.

    Allevamento domestico:




    Bibliografia
    Tran G., Gnaedinger C., Mélin C., 2013. Mealworm (Tenebrio molitor).
    Feedipedia.org. A programme by INRA, CIRAD, AFZ and FAO. http://www.feedipedia.org/node/16401 Last updated on November 30, 2013, 21:59
    http://www.agraria.org/entomologia-a...lla-farina.htm