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  • IL Pothos in acquario

    Vi piacerebbe avere qualcuno che vi da una mano a tenere pulire le vostre vasche, rimuovendo grandi quantità di inquinanti senza nulla chiedervi in cambio? Se si, allora il Pothos è ciò che fa per voi!

    Appartenente alla famiglia delle Araceae, genere Scindapsus, presenta circa 40 specie di piante di cui la più conosciuta e diffusa è l'aureus.



    L'etimologia del suo nome deriva dal greco Skindapsos e indica il portamento radicante di questa pianta, originaria della Thailandia e delle Isole Salomone. In natura lo Scindapsus raggiunge i 6-8 metri, mentre coltivato indoor difficilmente supera i 2 m.

    Personalmente lo utilizzo in tutte le mie vasche, inserendo le radici dentro lo scomparto dei canolicchi.





    La pianta deve essere immersa sono nella zona radicale, tutto il resto si può far crescere a bordo vasca o, semplicemente, ricadente. Sommersa no. Se si fa crescere il Pothos vicino al pelo dell'acqua crescerà meglio con l'umidità che ne ricava, ma spesso emetterà anche delle radici aeree che cercheranno di raggiungere l'acqua. Personalmente non amo vedere le radici libere in acqua quindi le taglio.



    Il motivo principale per mettere il Pothos nelle nostre vasche è la sua grandissima capacità di assorbire NO3 e PO4. Ciò risulta particolarmente utile in tutti quegli allestimenti in cui la fauna è preponderante sulla flora. Vasche adibite a Malawi, Tanganika, Discus, Carassi, in cui il problema nitrati è sempre presente, gioveranno sicuramente della presenza di qualche ramo di Scindapsus.



    Il Pothos è una pianta terrestre e, come tale, non ha tutte quelle limitazioni che caratterizzano le piante acquatiche. Le piante terrestri, infatti, presentano alcuni vantaggi sulle piante acquatiche che le rendono molto più efficienti dal punto di vista fotosintetico (e di conseguenza nell'assorbimento delle sostanze).

    Le piante acquatiche, messe nelle giuste condizioni, hanno un ritmo di crescita che sembra spaventoso. I plantacquaristi spinti ne sanno qualcosa: ogni settimana bisogna potare parecchio e buttare discrete porzioni di vegetali. Tuttavia una pianta acquatica presenta solo il 7% di peso secco, a differenza del 20% di una pianta terrestre. Ciò significa che queste ultime hanno una capacità fotosintetica circa tre volte superiore rispetto alle loro "sorelle strettamente acquatiche".



    Questo succede principalmente per due motivi: CO2 illimitata e assenza di "saturazione da luce". La CO2 viene presa direttamente dall'aria e quindi non è limitata. Il secondo fattore è più interessante. Le piante terrestri non subiscono inibizione una volta superata una certa quantità di luce. Ciò significa che più luce hanno più lavorano! Personalmente tengo una vasca vicino ad una finestra proprio per permettere al Pothos di avere quanta più luce (diffusa, non diretta!) possibile.
    Ecco un grafico che indica quanto detto sopra:



    Altro fattore non certo secondario è l'ossigenazione che le radici producono. Ogni radice emette ossigeno e quelle del Pothos non fanno differenza. Se questo fenomeno è importante nei substrati di crescita per una moltitudine di motivi, nel nostro caso produce due effetti: diretta ossigenazione dell'acqua e attività nitrificante aumentata.
    Se il primo è scontato il secondo fattore lo è un po' meno. La rizosfera, lo strato attorno alle radici, è carica di microorganismi e batteri nitrificanti che, grazie all'ossigeno prodotto, presentano un'attività metabolica aumentata. Proprio per questo motivo inserisco le radici nei canolicchi. Il metabolismo nitrificante consuma ossigeno e, in caso di acqua già povera di questo gas, i batteri rallentano la loro attività. Quindi, come già detto, se abbiamo molti pesci che consumano ossigeno e poche piante, i ceppi nitrificanti avranno una mano in più per ossidare i composti azotati.

    Se volete mettere del Pothos in acquario prendete un ramo e tagliatene una porzione. Questa verrà immersa in un bicchiere finché non spunteranno le prime radici.



    Non inserite la talea direttamente in vasca: la linfa di questa pianta contiene sostanze irritanti che possono dare disturbo ai pesci.


    Bibliografia:

    Ecology of the planted aquarium
    Agraria.org
    Plantandflowerinfo.com

    By Jefri