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  • I pesci pagliaccio - dieta per lo svezzamento larvale

    Premessa:
    Questo articolo è stato tradotto grazie alla gentile concessione della ditta:

    Testi e Foto originali: Josè Maria Cid Ruiz



    I pesci “pagliaccio” (genere Amphiprion), sono probabilmente i pesci marini tropicali più popolari tra le specie possedute e allevate, sia a livello di acquari pubblici che acquari domestici. In particolare, è da evidenziare che la sua popolarità e ampia diffusione commerciale riguarda le specie Amphiprion ocellaris e Amphiprion percula. Entrambe le specie, come ben noto, hanno un aspetto simile (A. ocellaris presenta: 11 raggi duri nella pinna dorsale e 16-18 nelle pinne pettorali mentre A. percula presenta: 9-10 raggi duri nella pinna dorsale e 15-17 nelle pinne pettorali), basandosi sulla semplice osservazione visiva il contorno nero che delimita la banda bianca è più grande nell’ A. percula rispetto all’ A. ocellaris. Ciò nonostante esiste una variante di A. percula, che presenta una linea nera poco marcata per questo alcuni esperti (D.Knop, 2013), suggeriscono di osservare il contorno intorno alla pupilla dell’occhio, di un arancione brillante nell’ A. percula mentre l’ A. ocellaris presenta un iride molto più scura tendente al grigio – arancione.
    Una delle principali ragioni della loro popolarità, oltre al loro colore sgargiante e la loro nota capacità di andare in simbiosi con le anemoni, è la grande disponibilità di esemplari nati in cattività, che ha portato a due vantaggi: esemplari più robusti (più adatti alla vita in acquario) e un prezzo più accessibile, rispetto ad altre specie che l’acquacoltura ornamentale non riesce a produrre a causa della mancanza di un protocollo valido per l’allevamento. Nonostante sono più di vent’anni che gli acquacoltori internazionali professionisti e acquariofili marini conoscono anche con dovizia di particolari sia l'ontogenesi di questa specie che il protocollo di svezzamento per le sue larve, talvolta si possono vedere esemplari allevati in cattività che mostrano difetti e deformazioni ( mandibola deformata, chiusura irregolare degli opercoli, anomalie della pigmentazione e/o differenze negli standard classici della colorazione della specie) e la causa può essere attribuita ad una dieta inadatta nella fase larvale. Parliamo adesso, in maniera sintetica, di alcuni dei principali fondamenti della dieta larvale di queste specie che sono le più diffuse rispetto ad altre specie marine tropicali di interesse per la piscicoltura ornamentale.


    L’embrione dell’ A. percula e A. ocellaris si sviluppa all’interno di un uovo di forma ellittica che con un asse maggiore di circa 3mm di lunghezza. Come avviene per tutte le specie marine che producono uova demersali (depositate attivamente sui substrati), l’embrione degli Amphiprion dispone di un ampio sacco vitellino con riserve energetiche che permette un “lungo” accrescimento dell’embrione che al momento della schiusa presenta un apparato digestivo più completo e sviluppato rispetto alle specie marine che producono piccole uova pelagiche con una sviluppo embrionale più breve di appena uno o due giorni. Mediante un microscopio (x40), è possibile osservare come l’embrione del pesce pagliaccio presenta tra il terzo e il quarto giorno lo sviluppo del cervello, un sistema nervoso dorsale e un cuore che batte. Pensando alla dieta da somministrare tenendo presente lo sviluppo del sistema digestivo, si evidenzia lo sviluppo del fegato come organo formato all’interno dell’uovo (Lazo JP,2000) questo è logico visto che la sua funzione è fondamentale per il riassorbimento delle sostanze presenti all’interno del sacco vitellino. Pancreas e cistifellea – organi deputati alla digestione delle proteine e lipidi e carboidrati – saranno completamente sviluppati al momento della schiusa (Lazo JP,2000). Non c’è ancora uno stomaco, che si sviluppa a posteriori con l’inizio dell’alimentazione esogena (Takana, 1973). La prima dieta per tanto, tenderà ad essere orientata verso un tipo di assimilazione mediante i processi digestivi semplici per le funzioni di un sistema digerente di una larva marina (Watanabe, 1974). In questa fase gli enzimi digestivi sono forniti dal pancreas, cistifellea e l’intestino ( ne segue un dibattimento riguardo all’importanza del reale apporto degli enzimi che vengono ingeriti dalla larvo con l’assunzione di alimento vivo).


    In condizioni normali le larve di Amphiprion nascono di notte, la maggior parte delle volte la schiusa inizia 2 o 3 ore l’inizio della fase notturna. Durante la prima ora non presentano un nuoto attivo e tendono a posarsi sul fondo. Nascono con una bocca già sviluppata sebbene abbiano ancora una riserva di energia fornita dal sacco vitellino per l’alimentazione endogena per circa 48/60 ore dopo la schiusa. Alla nascita misurano circa 3,3 mm di lunghezza. Il primo alimento esogeno si somministra dal secondo giorno di vita e deve avere una mangime assimilabile di base con un valore di proteine/aminoacidi liberi di circa 50-60% e con un contenuto di lipidi che contengono ac. grassi essenziali di circa 10-20%. Riguardo quest’ultimi rivestono un importanza essenziale gli ac. grassi insaturi omega-3 (HUFA): acido docosaesaenoico (DHA) e acido eicoisapentenoico (EPA) che sono fondamentali per la costruzione e il corretto funzionamento delle membrane cellulari (Lazo JP,2000). Oltre a questi due, è importante che la dieta contenga anche un terzo ac. grasso omega-6, l'acido arachidonico (ARA) che è implicato in numerosi processi fisiologici, tra i quali spicca al risposta allo stress (Sargent, 1997). Di uguale importanza nella dieta larvale è il loro rapporto. La relazione EPA/DHA=2 previene problemi all’apparato neurologico e il rapporto EPA/ARA=10 previene altre disfunzioni fisiologiche (Sargent, 1999). I carboidrati in questa fase non svolgono un ruolo importante. I minerali vengono assorbiti dall’acqua di mare, tranne il fosforo probabilmente. Le vitamine importanti sono C,E e A.



    Un metodo per ottenere un buon successo e ottonere un profilo nutrizionale come quello descritto sopra, è di mantenere nell’acquario dove abbiamo le larve una concentrazione di rotiferi (B. plicatilis e/o B. rotundiformis) di circa 80 rot/ml alimentando contemporaneamente con una miscela di 2 alghe unicellulari: Isochrysis sp (66%) e Nanochloropsis sp. (33%). L’Isochrysis presenta insieme ad un'altra specie Pavlova sp. il contenuto più alto di DHA tra le microalghe allevate. Riguardo alla Nanochloropsis sp.valo lo stesso discorso per il contenuto di EPA. Con questa dieta le larve iniziano a mangiare questo “brodo planctonico” a partire dal terzo giorno. Durante questa fase di allevamento di consiglia di mantenere un ciclo di 20 ore luce e 4 ore di buio. Questa dieta si somministra per la prima settimana, poi (insieme ai rotiferi) di inizia a somministrare una certa quantità di naupli di Artemia salina (circa 400 micron) arricchiti con acidi grassi menzionati prima. Questo alimento sostituirà completamente il rotifero e diventerà l’alimento principale per le larve a partire dalla seconda settimana di vita.

    Nella tabella sottostante si descrive il protocollo di allevamento dalla nascita alla fase giovanile per entrambe le specie.