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  1. #1
    Spermatozoo di nutria
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    Caso studio su Cryptocarion irritans in vasca di soli pesci

    Ciao a tutti, apro questo topic per parlare con voi di questo 'caso studio' e ricevere le vostre impressioni in merito.

    Supponiamo una vasca di soli pesci, quello che in America viene chiamato il 'fish-only tank' (magari allestendolo e popolandolo con più gusto rispetto agli amici americani, ndr): vasca, sump/filtro, rocce (non necessariamente vive), pesci. Così è composto il nostro acquario.

    Nel caso si dovesse verificare un contagio da questo maledetto Cryptocarion irritans si potrebbe iniziare la classica trafila con aglio, vitamine, iodio, olio di melaleuca, H25, acqua ossigenata, ecc. e sperare che si risolva il problema...OPPURE, ed è qui che vorrei il vostro parere sulla fattibilità, si potrebbe abbassare subito la salinità della vasca intorno a 12/14 ppt (1009/1010 densità) per far morire il parassita, con buona pace dei pesci che a questa salinità non solo riescono a stare, ma in caso di malattia avrebbero beneficio perché favoriti nel bilanciamento idrosalino.

    Una volta passato un periodo sufficiente per avere la sicurezza che il parassita sia morto, si riporta la salinità gradualmente a valori ottimali.

    Questa cosa mi è venuta in mente leggendo da settimane decine e decine di post su questa maledetta malattia. Mi rendo conto che in un acquario di barriera con coralli sia un rimedio impraticabile, ma in questo caso specifico è fattibile?

    Aspetto i vostri pareri!

  2. #2
    Nutria
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    Oramai, sono quasi cinquant'anni che mi dedico a questo hobby e molte volte mi sono ritrovato a dover combattere questi parassiti che con l'odinium rappresentavano le principali cause di morte e fallimento dell'allevamento di pesci tropicali marini, prima del l'avvento di prodotti che contenessero solfato di rame.
    Qualche volta sono riuscito a curare la malattia ed altre volte no. Sempre utilizzando il solfato di rame. Altri prodotti, come il blu di metilene, blandamente attivo solo nei confronti del cryptocarion, difficilmente riescono a salvare i pinnuti affetti.

    Ho letto diversi articoli in cui si raccomandava di abbassare la densità, ma solo come coadiuvante all'azione del farmaco principale.

    Ho imparato che la miglior cura è assolutamente la prevenzione.

    Disporre di una vasca di quarantena lo reputo indispensabile.

    Inoltre non condivido l'ipotesi secondo la quale i suddetti parassiti siano sempre presenti in casca e si manifestino in particolari condizioni di stress.
    Nelle vasche che ho avuto, dopo l'introduzione di pesci opportunamente tenuti in quarantena non ho
    mai riscontrato l'insorgenza spontanea della malattia.

  3. #3
    REEFBASTARD L'avatar di Ricky mi
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    ma si è sicuri che a quella densità il parassita muore?
    @GROSTIK tu che ne pensi??
    ciao ciao

  4. #4
    REEFBASTARD L'avatar di GROSTIK
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    solitamente si alza la temperatura per velocizzare il ciclo del parassita per colpirlo nelle fasi natanti,
    per la questione salinità si fanno bagni in acqua di R.O. facendo attenzione a sbalzi di PH per i pesci (causa di stress e quindi immunodepressione).
    il vuoto sanitario cioè togliere i pesci dalla vasca in una vasca di soli pesci può essere utile ma bisogna farlo per un periodo sufficiente a eliminare il parassita (anche quelle incistati)

  5. #5
    Baby nutria
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    questo è un video interessante (inglese scritto)

    https://youtu.be/m5jEwHIPilg

    Che ne pensate?

  6. #6
    Nutria
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    Quanto riportato nel video è stato già scritto da Frank De Graaf nel suo libro "L'acquario marino tropicale" nel 1974.

    Nulla di nuovo.

  7. #7
    Nutria
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    Se non ricordo male, prima di De Graaf un biologo italiano, di cui, però, non ricordo il nome, riportava che il trattamento della patologia si potesse effettuare solo con solfato di rame, in un libro pubblicato qualche anno prima.
    Se ti interessa, effettuo una ricerca tra i libri che ho in cantina.

    - - - Aggiornato - - -

    Altri trattamenti sono da considerarsi inutili palliativi.

  8. #8
    Baby nutria
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    Citazione Originariamente Scritto da forti Visualizza Messaggio
    Se non ricordo male, prima di De Graaf un biologo italiano, di cui, però, non ricordo il nome, riportava che il trattamento della patologia si potesse effettuare solo con solfato di rame, in un libro pubblicato qualche anno prima.
    Se ti interessa, effettuo una ricerca tra i libri che ho in cantina.

    - - - Aggiornato - - -

    Altri trattamenti sono da considerarsi inutili palliativi.
    quindi confermi l'efficacia del trattamento? mi sembra tuttavia che la cupramina non si più venduta in Italia... e quindi occorre ricorrere al solfato di rame...
    e in merito alla gestione della vasca di quarantena che rimango un po' perplesso dice di fare il cambio del 50% dell'acqua ogni giorno max ogni 2 giorni per evitare sovraccumuli di ammoniaca.... supponenedo una vasca di quarantena nell'ordine di circa 80 litri significherebbe cambiarne 40 litri al giorno o al max ogni 2 gg per ben 8 settimane... sui 1500 litri d'acqua circa

  9. #9
    Nutria
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    I prodotti a base di rame non vengono più importati. L'ultima volta che ho effettuato un trattamento è stato circa 6 anni fa per un leucosternon che attualmente è ancora in vasca e gode di ottima salute. Mi feci preparare la soluzione da un amico farmacista con l'aggiunta di acido citrico come stabilizzante.
    In merito ai cambi d'acqua posso dirti come mi sono sempre comportato. La vasca di quarantena non deve essere troppo grande, una quarantina di litri può bastare. Effettuavo abbondanti cambi, quasi del 100% ogni 48 ore prima di rinnovare la dose del medicinale, fino a completa guarigione che avveniva dopo una decina di giorni. Quindi, dopo l'ultima dose non effettuavo più cambi e tenevo il pescetti in quarantena per un mese circa. Occorreva un buon filtro biologico, lana di person che sostituivo ad ogni cambio d'acqua.
    Ovviamente avevo nella vasca principale una buona quantità di lana che utilizzavo per il cambio.

  10. #10
    Baby nutria
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    I prodotti a base di rame non vengono più importati. L'ultima volta che ho effettuato un trattamento è stato circa 6 anni fa per un leucosternon che attualmente è ancora in vasca e gode di ottima salute. Mi feci preparare la soluzione da un amico farmacista con l'aggiunta di acido citrico come stabilizzante.
    In merito ai cambi d'acqua posso dirti come mi sono sempre comportato. La vasca di quarantena non deve essere troppo grande, una quarantina di litri può bastare. Effettuavo abbondanti cambi, quasi del 100% ogni 48 ore prima di rinnovare la dose del medicinale, fino a completa guarigione che avveniva dopo una decina di giorni. Quindi, dopo l'ultima dose non effettuavo più cambi e tenevo il pescetti in quarantena per un mese circa. Occorreva un buon filtro biologico, lana di person che sostituivo ad ogni cambio d'acqua.
    Ovviamente avevo nella vasca principale una buona quantità di lana che utilizzavo per il cambio.
    quindi il solo filtraggio biologico della lana di perleon bastava a trasformare gli inquinanti, ma non mi sono chiare alcune cose:
    1. mi sembra di averf capito che hai spostato solo il leucosternon in quarantena per il trattamento ed hai lasciato gli altri pesci nella vasca principale; così facendo non c'è il rischio che il Cryptocarion sia rimasto "attivo" in vasac principale?
    2. se ogni volta inserivi nella vasca di quarantena la lana di perleon proveniente dalla vasca principale non c'è il rischio che lil Cryptocarion o le su cisti sia ine esso contenuta nadno nuovamente ad infettare il leucosternon?

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