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  • L'importanza del fitoplancton nell'alimentazione dei coralli

    Premessa:
    Questo articolo è stato tradotto grazie alla gentile concessione della ditta:



    Testi e Foto originali: Josè Maria Cid Ruiz

    L'importanza del fitoplancton nell'alimentazione dei coralli:
    Tutte le specie di coralli tropicali solitamente commercializzate e mantenute in acquario (Phylum: Cnidaria Classe: Anthozoa), dal punto di vista tassonomico sono concentrate in un ristretto numero di ordini (Sottoclasse: Hexacorallia, Ordine: Scleractina, Zoantharia, Antiphataria - Sottoclasse: Octocorallia, Ordine: Stolonifera, Alcyonacea, Gorgonaria, Corallimorfaria). Tra gli acquariofili, in linguaggio comune, sono chiamati “coralli molli” quelle specie che trattengono ogni singolo polipo tramite un tessuto connettivo flessibile (come nel caso degli Alcyonacea) o tramite un tessuto corneale come le gorgonie. Nello stesso modo con il termine “coralli duri” ci si riferisce a quelle specie che mediante la scheletogenesi creano una struttura dura (formata per il 90% da aragonite e il restante 10% da calcite e sali di magnesio e stronzio). Questo scheletro duro viene ricoperto da un tessuto connettivo morbido da dove emergono i singoli polipi e cellule specializzate appartenenti alla colonia. I coralli duri, come ben noto, in base alla lunghezza dei loro polipi sono comunemente conosciuti come “coralli a polipo corto” SPS e “coralli a polipo lungo” LPS.


    Tra i coralli sia duri che molli, possiamo trovate specie che hanno nel loro tessuto le famose alghe zooxantelle. Queste alghe simbionti (appartengono nella maggior parte dei casi al genere Symbiodinium, come i dinoflagellati) condividono con il loro corallo ospite i composti organici risultanti dal loro processo di fotosintesi (soprattutto glucosio). Inoltre, alcuni di questi coralli possono fornire degli aminoacidi essenziali che servono alle alghe per vivere (N Satosh, 2011). Al contrario, molte altre specie sia di coralli molli che coralli duri sono completamente prive di queste alghe nel loro tessuto. Questo secondo gruppo dipende esclusivamente dalla capacità di catturare organismi planctonici per la loro sopravvivenza.
    Secondo uno schema semplice e tradizionale, possiamo dividere i coralli allevati in acquario, in base a tre tipi di alimentazione:
    a) specie che si alimentano esclusivamente tramite le alghe simbionti ( preferisco non usare il termine “alimentazione fotosintetica” o “coralli fotosintetici”)
    b) specie che hanno una strategia alimentare mista: composti organici prodotti dalle zooxantelle integrati con organismi planctonici catturati
    c) specie che si alimentano esclusivamente con organismi pelagici catturati.
    Il plancton catturato dai coralli della categoria “b” e “c” è quasi esclusivamente formato da zooplancton. Le varie specie di coralli, in base alla grandezza dei loro polipi, catturano un ampia serie di prede (copepodi, nauplii di copepodi, rotiferi e persino batteri). Considerando quindi la dieta dei coralli , il fitoplancton ha un ruolo secondario, poiché non ha un ruolo diretto nell’alimentazione dei coralli, ma serve per alimentare le potenziali prede costituite dallo zooplancton e interviene alla formazione del loro profilo nutrizionale. Comunque alcuni studi mettono in discussione questa visione che il fitoplancton ha un ruolo secondario per l’alimentazione dei coralli.


    Un buon esempio sono gli studi di Yahel G. (G. Yahel et al. ,1998) con una vasta ricerca sul campo condotta nel Golfo di Aqaba (Mar Rosso) sulla distribuzione e consumo di fitoplancton in alcune zone della barriera. In termini generali lo studio evidenzia una riduzione significativa ( tra il 20% e il 60%) della quantità di fitoplancton ( in particolare la gamma appartenente al gruppo di specie sotto gli 8 micron, “ultra-fitoplancton”) nell’acqua che attraversa la barriera in una zona stretta per un tratto di 5 metri dominata dalla presenza di coralli molli (Dendronephthya hemprichi e Scleronephthya corymbosa) rispetto alla concentrazione degli stessi organismi fitoplanctonici presenti nelle acque vicine ( 7 punti di campionamento a 5 metri di profondità). Gli autori di questo studio attribuiscono la diminuzione di fitoplancton alla cattura effettuata dai coralli molli citati in precedenza, così come alla predazione da parte di altri organismi appartenenti alla fauna bentonica (bivalvi, spugne, policheti anellidi).
    Gli autori non sono sorpresi dal fatto che nella zona della barriera colonizzata dagli alcionacei (Dendronephthya e Scleronephthya) è stato mangiato il fitoplancton, dal momento che questi coralli sono sprovvisti di zooxantelle e solitamente si nutrono di fitoplancton. Comunque, loro considerano un risultato sorprendente, che in un tratto di barriera dove queste specie di coralli molli menzionate in precedenza sono assenti e con una presenza massiccia di coralli ermatipici (coralli duri che edificano i reef), andando a misurare anche in questa area si riscontra una considerevole diminuzione di zooplancton. Gli autori attribuiscono questo fatto del consumo di fitoplancton ai coralli ermatipici nonostante queste specie abbiano le zooxantelle nel loro tessuto e non sono note come specie che si nutrono di fitoplancton.

    Basandosi sulla lettura di questo studio e altri lavori simili, è possibile trarre due conclusioni:
    • Tra la complessa serie di risorse trofiche della barriera, numerose specie di coralli possono consumare fitoplancton in proporzione al consumo di zooplancton in quantità significativamente maggiore a quanto si pensava.
    • I coralli ermatipici possono essere potenziali consumatori di fitoplacnton , nonostante il contributo di carbonio organico che ricevono dalle alghe simbionti.

    Gli acquari marini, hanno condizioni maggiormente controllate delle sperimentazioni condotte in ambiente naturale e questo può offrire un ambiente ideale per sperimentare l’uso di fitoplancton come integrazione alimentare. Queste esperienze possono aiutare a valutare più precisamente l’utilità del fitoplancton nell’alimentazione dei coralli mantenuti in acquario.