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  • Controllo delle planarie in acquario di barriera

    Controllo delle planarie in acquario di barriera


    Gli acquari di barriera sono normalmente popolati da molte specie di vermi piatti, appartenenti ai phyla Platelminti e Aceli, che arrivano in vasca insieme alle rocce vive o vi vengono inseriti inavvertitamente in seguito, attaccati a talee o colonie di corallo.
    Fra di loro ci sono i vermi piatti che comunemente chiamiamo “Planarie”.
    Alcuni di essi sono fondamentalmente innocui (Convolutriloba o planarie bianche), alcuni altri possono infastidire gli invertebrati sessili se presenti in numero cospicuo (Waminoa o planarie rosse), e diventare decisamente dannosi quando il loro numero è fuori controllo.

    Le planarie non sono parassiti dei coralli, ma sono loro diretti competitori per lo spazio e soprattutto per la luce.
    Quando sono tantissime, ricoprono letteralmente le rocce, la sabbia ed i coralli, impedendo gli scambi gassosi e il passaggio della luce e diventano un problema spesso insormontabile, che porta in alcuni casi a dover smontare l’acquario.






    Fig. 1 In alto a sinistra una planaria bianca praticamente innocua, in alto a destra le odiose planarie rosse sul vetro di un refugium.



    Prevenzione e quarantena

    So che è inutile ripeterlo, perché se leggete questo articolo molto probabilmente in vasca le planarie già le avete, ma non posso esimermi dal ricordarvi che l’arma più potente che abbiamo a disposizione per tenerle fuori dai nostri acquari è la prevenzione!
    La prevenzione può essere messa in atto in diversi modi, sia sui singoli animali man mano che vogliamo inserirli, sia sull’acquario nel suo complesso, sia in forme intermedie che prevedono la quarantena.



    Fig. 2 Un semplice quanto inestimabile acquario di quarantena ove ospitare i coralli prima dell’immissione nell’acquario principale.

    Quando allestiamo un nuovo acquario acquistiamo per prima cosa le rocce vive che ne costituiscono il cuore biologico e, siano esse appena arrivate dal mare oppure recuperate da una vasca in via di dismissione, recano con sé una grande varietà di organismi di diverse dimensioni.
    Le rocce vive, come tutti ben sapete, sono il veicolo con cui organismi indesiderati come anemoni, crostacei, vermi indesiderati arrivano in acquario; nel caso delle planarie è molto facile trasmettere l’infestazione alla nuova vasca se riutilizziamo rocce provenienti da un altro acquario e contenenti individui adulti o uova.

    Altro veicolo attraverso cui le planarie arrivano in acquario sono le talee di corallo, LPS su tutti, che spesso ne sono infestate.
    Soprattutto le planarie bianche arrivano ospiti degli LPS (Euphyllie in primis) e risultano quasi invisibili ad occhio nudo perché essendo semitrasparenti si mimetizzano alla perfezione aderendo al tessuto degli organismi sessili.

    Una volta che ne accertiamo la presenza in vasca, dobbiamo agire immediatamente… se lasciate libere di riprodursi per qualche mese, poi sono quasi impossibili da eradicare completamente in modo sicuro.


    Controllo con organismi antagonisti


    Se le planarie sono presenti in acquario in numero esiguo e se le dimensioni, la struttura e la popolazione della vasca lo consentono, è possibile tenerle sotto controllo o addirittura eliminarle completamente inserendo dei competitori naturali, in primo luogo i labridi e i Sinchiropus.
    Un altro formidabile predatore di planarie è il bellissimo nudibranco Chelidonura varians, che purtroppo ha l’abitudine di lasciarsi trasportare dalla corrente a mezz’acqua per la vasca e viene quasi invariabilmente tritato dalle pompe di movimento.
    I suoi brandelli sono urticanti, dove si posano bruciano ogni cosa, quindi l’inserimento del Chelidonura è consigliabile solo in un ridottissimo numero di acquari.
    Infine, finite le planarie muore di fame.















    Fig. 3-9 Dall’alto Halichoeres crysus, Halichoeres iridis, Halichoeres chloropterus, Pseudocheilunus hexataenia, Synchiropus splendidus, Crysiptera springeri, Chelidonura varians.

    Bagnetti preventivi

    Al momento di inserire i coralli in acquario, con essi potrebbero arrivare degli autostoppisti indesiderati.
    Esistono molti preparati commerciali in grado di eliminare le planarie dagli animali, alcuni di essi sono efficaci ma nuocciono ai coralli, alcuni ne causano la perdita di colore, alcuni ancora promettono ma non mantengono… quindi è il caso di fare un po’ di chiarezza.

    I prodotti a base di levamisolo e di praziquantel, se usati seguendo pedissequamente le istruzioni per un bagno breve, garantiscono la morte dei parassiti.
    Solitamente si scioglie la dose consigliata di prodotto in acqua presa dall’acquario, vi si immerge l’animale per un tempo che va dai 30 secondi a qualche minuto e lo si scuote di tanto in tanto piuttosto energicamente per scrollare i parassiti storditi e morenti.

    Il Flatworm Exit di Salifert è assolutamente efficace contro le planarie; usato per bagnetti brevi le uccide senza arrecare danno ai coralli.
    Io l’ho usato sia come prevenzione che come trattamento per l’intera vasca e ha sempre dato l’effetto sperato.

    Le planarie possono essere eliminate anche mediante bagnetti in acqua dolce o osmotica, l’animale ritrarrà i polipi ed il tessuto e la planarie cadranno stecchite sul fondo del contenitore.
    Precauzione indispensabile per l’uso dell’acqua osmotica (shock osmotico) è conoscere il grado di tolleranza del corallo che si vuole trattare… esistono animali che ben sopportano questo trattamento d’urto e altri che invece muoiono in pochi secondi.
    Per la mia esperienza gli animali che meglio sopportano lo shock osmotico sono quasi tutti gli LPS e in ambito SPS, le A. millepora, A. humilis, A. gemmifera e in generale le acropore che producono abbondante muco.
    Le acropore di profondità come la A.lokani o la A. caroliniana vengono uccise da fulmineo RTN se immerse in acqua dolce.
    Se l’animale in nostro possesso lo consente, va immerso a testa in giù in acqua osmotica (o in acqua a ridotta salinità 50% dolce e 50% dalla vasca) alla stessa temperatura dell’acquario e scrollato vigorosamente per 15, max 30 secondi, poi rimesso velocemente in acqua salata.
    Durante il bagnetto se i parassiti sono presenti, li vedremo staccarsi dopo pochi istanti e depositarsi sul fondo del recipiente.
    Il metodo funziona, ma stressa pesantemente il corallo.

    Altra tecnica meno aggressiva dello shock osmotico nei confronti dei coralli consiste nel preparare la soluzione per il bagnetto con acqua della vasca e betadine, in ragione di 2-3 ml di disinfettante per ogni litro di soluzione.
    Il betadine stordisce i parassiti e li fa staccare dal corallo, ma non infastidisce assolutamente quest’ultimo. Effetto collaterale del betadine sugli SPS è un pesante smarronamento, che col tempo si recupera.




    Fig. 10 Dopo il bagnetto in acqua osmotica, sul fondo del recipiente potrete vedere con estrema soddisfazione i parassiti ormai morti


    Trattamenti chimici


    Esistono molti trattamenti chimici reef-safe in grado di eradicare le planarie dall’acquario in un colpo solo.
    Purtroppo però le planarie vendono cara la pelle, infatti morendo rilasciano in acqua potenti tossine che possono portare alla perdita dell’intera vasca.
    Quindi, precauzione indispensabile prima di effettuare un trattamento chimico, è un’attenta valutazione del numero di parassiti presenti e dell’impatto che la loro morte in massa provocherebbe all’acquario.
    Il mio consiglio, derivante dall’aver effettuato diverse volte un trattamento chimico a vasche differenti, è il seguente:

    1. NON SOTTOVALUTARE il numero di planarie presenti in acquario: per ogni planaria visibile, ce ne sono altre 10 nascoste. SEMPRE.
    2. rimuovere meccanicamente il maggior numero di planarie aspirandole con un tubicino in gomma e filtrandole in una calza di feltro, oppure (ancora meglio) buttandole insieme all’acqua e reintegrare poi l’acqua persa con altra nuova.
    3. Predisporre alcune taniche di acqua salata e in temperatura per eventuali emergenze che dovessero presentarsi durante il trattamento chimico
    4. Predisporre una grande quantità di carbone attivo, pronto in calze per un utilizzo immediato
    5. Assicurarsi di avere a disposizione qualche retino a maglia fine, un paio di braccia in più come sostegno e un secchio d’acqua dolce dove sciacquare i retini.
    6. Rimuovere dall’acquario gli animali più sensibili durante il trattamento.

    Prese queste semplici ma necessarie precauzioni, possiamo passare a dosare i prodotti.
    Personalmente ho utilizzato più volte il Flatworm exit di Salifert con successo e senza danni, e so per certo che anche l’Ascarilen funziona.
    Su altri prodotti commerciali similari non mi pronuncio, non avendo esperienza diretta.

    La procedura di somministrazione è la seguente:

    1. Leggere accuratamente le istruzioni per dosaggio e somministrazione ed osservarle pedissequamente
    2. Spegnere lo skimmer durante il trattamento per non imprigionarvi i cadaveri velenosi e settare le pompe di movimento alla massima potenza
    3. Non appena somministrati i farmaci, le planarie inizieranno a staccarsi dalle superfici e a svolazzare per la vasca, a quel punto armatevi dei retini a maglia fine e cercate di pescarne il più possibile, posizionandoli davanti alle pompe di movimento che vi spingeranno un gran numero di planarie morte
    4. Dal momento in cui le planarie iniziano a morire, aspettare al massimo un paio di minuti e poi inserire il carbone attivo in sump in buona quantità e in modo che la corrente d’acqua lo attraversi.
    5. Se i coralli iniziano a filare e i pesci a dare segni di sofferenza, effettuare un cambio d’acqua d’emergenza.
    6. Pescato il maggior numero di cadaveri possibile, riaccendere lo skimmer e riportare le pompe di movimento al settaggio normale.

    Operando in questo modo ho sempre avuto ragione delle bestiacce.
    Qualcuna sopravvive sempre al trattamento, ma se in vasca sono presenti pesci antagonisti, ripulire la vasca dalle poche planarie superstiti è una cosa veloce ed indolore.
    Se non ci sono pesci antagonisti, si ripete il trattamento dopo un paio di settimane e stavolta senza l’ansia delle tossine rilasciate dalle bestiacce morenti.

    Quindi, concludendo… PREVENZIONE e ORGANISMI ANTAGONISTI sempre, ove possibile, e in caso di invasione, agite immediatamente per non lasciargli il tempo di moltiplicarsi.

    Buon reef!