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  1. #1
    REEFBASTARD L'avatar di Ricky mi
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    plancton - zooplancton e phito...BELLISIMO VIDEO

    vi allego questo bellissimo video.
    molto utile per tutti quelli che si chiedono come alimentare i coralli e come è importante dosare phito di ottima qualità perchè alla base di questo ecosistema.

    buona visione



    @ALGRANATI guarda che immagini e che "rumori" fa il plancton
    ciao ciao

  2. #2
    Nutria anziana
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    Bellissimo video...... Mi viene una domanda...... Magari stupida.... Ma se ho un refugium di cheto dietro vasca, potrei mettere degli animaletti vivi, tipo rotiferi o copepodi che alimentati con un pó di zoa possano riprodursi e alimentare la vasca?

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  3. #3
    REEFBASTARD L'avatar di Ricky mi
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    il fatto che non hai uno skimmer potrebbe di sicuro aiutare.
    spesso molti di questi vengono schiumati @Alex_Milano80 sta facendo un pò di esperimenti...ma fa il timido
    ahahah
    ciao ciao

  4. #4
    Nutria L'avatar di Alex_Milano80
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    plancton - zooplancton e phito...BELLISIMO VIDEO

    Eh perché gli esperimenti sono iniziati da una settimana.

    Ho fatto partire un reattore per artemie ( Ziss artemia blender zh2000 ), un reattore di rotiferi che dosa direttamente in vasca “fino a” un litro di rotiferi al giorno, e un reattore di fitoplancton per alimentare i primi 2





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    Ultima modifica di Alex_Milano80; 13-11-2020 alle 23:01

  5. #5
    Nutria anziana
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    Citazione Originariamente Scritto da Alex_Milano80 Visualizza Messaggio
    Eh perché gli esperimenti sono iniziati da una settimana.

    Ho fatto partire un reattore per artemie ( Ziss artemia blender zh2000 ), un reattore di rotiferi che dosa direttamente in vasca “fino a” un litro di rotiferi al giorno, e un reattore di fitoplancton per alimentare i primi 2





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    Alex che ne pensi Della mia idea...... E improbabile?

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  6. #6
    Nutria L'avatar di Alex_Milano80
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    Citazione Originariamente Scritto da kiwi Visualizza Messaggio
    Alex che ne pensi Della mia idea...... E improbabile?

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    La tua idea è l’idea del refugium, funziona è già stato sperimentato.

    Unica cosa non sarà una coltura intensiva percge impossibile.
    I rotiferi sono la forma di zooplancton più piccola che possiamo allevare intensivamente.
    Nel refugium ti si possono riprodurre copepopi, anfipodi, Mysis, spirografi... tutta roba che puoi alimentare a rotiferi e fito.

    Le larve di questi animali sono zooplancton, e i rotiferi ne fanno parte.


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  7. #7
    Nutria anziana
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    Ok secondo te visto che si possono trovare in commercio pacchetti di animaletti vivi, cosa conviene prendere da immettere in refugium..... E poter far riprodurre...... Quindi uova e zoa in vasca

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  8. #8
    Nutria L'avatar di Alex_Milano80
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    Citazione Originariamente Scritto da kiwi Visualizza Messaggio
    Ok secondo te visto che si possono trovare in commercio pacchetti di animaletti vivi, cosa conviene prendere da immettere in refugium..... E poter far riprodurre...... Quindi uova e zoa in vasca

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    Le artemie non sopravvivono.
    I rotiferi ha senso comprarli solo se vuoi attivare un reattore a loro dedicato.

    Nel refugium puoi inserire copepodi e Mysis.
    L’azienda Amtra ho visto vende anche degli anfipodi, il Gammarus, ma forse è d’acqua dolce non l’ho mai capito


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  9. #9
    REEFBASTARD L'avatar di Ricky mi
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    kiwi io proverei con i copepodi.

    ti riporto un articolo che ti spiega un po...

    I copepodi semibentici (Harpacticoidea) sono dei crostacei rotiferi che vivono in prossimità del fondale. Rispetto alle artemie e ai rotiferi del genere Brachionus, si distinguono in quanto veri organismi marini con un valore nutrizionale sensibilmente più elevato (quantità dei singoli HUFA, acidi grassi altamente insaturi). I copepodi e le loro larve costituiscono il nutrimento naturale principale per molte larve di pesci marini. Attualmente non esiste alcun procedimento affidabile per la coltura di massa dei copepodi planctonici marini, vale a dire quelle specie che vivono in acque libere. In questo spazio vogliamo però presentarvi un semplice metodo con il quale allevare su larga scala, come organismi sostitutivi, dei copepodi semibentici. I copepodi adulti delle specie in questione vivono direttamente sui substrati solidi o appena al di sopra di essi. In mare e nell’acquario si tratta delle superfici di rocce porose, alghe o strutture simili. Le colture di partenza possono facilmente essere ottenute, praticamente da ogni acquario marino. I fattori limitanti per la densità della popolazione sembrano essere la superficie colonizzabile e la disponibilità di nutrimento.

    I contenitori

    I copepodi in questione sono facilmente coltivabili da ogni acquariofilo in quantità sufficiente. Apparentemente vengono preferite le superfici orizzontali a quelle verticali, cosicché nei contenitori di coltura la superficie di substrato colonizzabile (il fondo) costituisce il fattore limitante. Per questa ragione sono più adatte le bacinelle piatte o gli acquari con una superficie di fondo particolarmente elevata in relazione alla quantità d’acqua. Personalmente utilizzo a questo scopo degli acquari di vetro con una superficie di base di 50 x 50 cm e 10 cm di altezza, con 5-8 cm di livello d’acqua, ma anche dei contenitori per alimenti con misure di circa 40 x 70 cm di base x 15 cm di altezza. La temperatura e il contenuto salino dovrebbero essere mantenuti costanti e corrispondere ai valori di un normale acquario marino. La coltura avviene più semplicemente direttamente sul fondo liscio del recipiente. L’introduzione di substrati aggiuntivi per aumentare la superficie non è pratica, perché complicherebbe la pulizia, determinerebbe la formazione di zone prive di ossigeno rendendo più complicato il controllo della coltura. L’acqua deve essere leggermente aerata con bolle grosse.

    Alimentazione

    Il secondo fattore limitante per la coltura è l’omogenea disponibilità di un nutrimento adatto su tutto il fondo del recipiente di coltura. Si somministra mangime in polvere, in sospensione, sostituto di plancton liquido oppure concentrati di arricchimento. Questi non dovrebbero fluttuare e neppure disciogliersi, ma possibilmente depositarsi sul fondo formando uno strato sottile. Il mangime viene rapidamente e completamente consumato e si crea una melma (detrito) molto fine formata dagli scarti metabolici (“fecal pellets”) dei copepodi. Questa melma viene colonizzata dai batteri e da altri organismi unicellulari, che in seguito vengono a loro volta assunti dai copepodi come nutrimento. Questa colonizzazione secondaria evita che la melma inizi a “collassare” biologicamente diventando anossica. La leggera aerazione fa in modo che la melma si raccolga in piccoli mucchi intorno ai quali si formano forti insediamenti di copepodi. I mucchietti di per se non vengono colonizzati. Se questi mucchietti di melma raggiungono uno spessore eccessivo, dopo pochi giorni diventano anossici e si ricoprono di uno strato spesso e bianco. Se questo accade, essi devono essere aspirati. Durante la pulizia dei recipienti di coltura questi mucchietti vengono rimossi tramite aspirazione. L’acqua aspirata viene sostituita con altra salata fresca. La quantità di mangime, il riempimento d’acqua, il controllo della temperatura, la frequenza della raccolta e il controllo della qualità dell’acqua devono essere determinati individualmente; bisogna semplicemente iniziare a sperimentare. Se una coltura si evolve positivamente si possono aggiungere molti recipienti uguali, per aumentare la produzione. I copepodi si possono facilmente raccogliere per mezzo di una bottiglia aspirante e somministrare direttamente. È tuttavia consigliabile una pulizia del raccolto attraverso un setaccio con maglie di dimensioni adeguate.

    Il ciclo di sviluppo dei copepodi dura alcune settimane, bisogna pertanto calcolare che trascorreranno 1-2 mesi fino al primo raccolto. Con una coltura corretta sarà però possibile raccogliere molti copepodi per vari mesi, che potranno essere direttamente somministrati o impiegati per dare inizio a nuovi recipienti di coltura. I copepodi si sviluppano attraverso cinque naupli e cinque stadi di copepode, che inizialmente vivono in modo piuttosto planctonico per poi adattarsi sempre di più ad una esistenza e ad uno stile di vita bentico dello stadio adulto. I primi stadi sono molto piccoli (20-30 µm), mentre i copepodi adulti delle specie frequentemente presenti negli acquari raggiungono una lunghezza di 0,5 – 1 mm. Una coltura di copepodi può offrire pertanto degli organismi da utilizzare come mangime di dimensioni adatte alle larve di diverse specie di pesci. Per mantenere attiva la coltura le femmine con le sacche di uova (vedi foto) non dovrebbero essere nutrite. Poiché questo sacco le rende sensibilmente più grandi degli altri animali adulti, la soluzione più semplice consiste nel filtrarle con un setaccio adatto, per poi aggiungerle nuovamente al recipiente di coltura.

    Moltiplicazione

    Questi copepodi semibentici sono adatti come organismi da alimentazione in particolare per quei giovani pesci o larve che cercano il loro nutrimento sul fondo o sui vetri laterali. Ho raccolto esperienze molto positive nell’accrescimento dei cavallucci marini, ma questi copepodi dovrebbero essere adatti anche per i pesci ago, per i pesci mandarino, ecc. In ogni caso cautela: le larve di pesce più deboli o poco vitali se inserite in un recipiente di coltura con una concentrazione elevata di copepodi adulti vengono mangiate dagli stessi!
    ciao ciao

  10. #10
    Nutria anziana
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    Ok un bel casino, vedrò se trovo copepodi da buttare in refugium.

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