L'acquario di Monaco fu fondato nel 1889 dal principe Alberto I di Monaco, per sensibilizzare le persone verso il mare e l'oceano.
Questa imponete struttura si erige a strapiombo sul mare e sorge proprio dalla roccia: sembra dominare le acque.
Appena entrato (specifico che non ero nell'area a pagamento del museo, ma nel parcheggio) subito mi accorgo di una chicca che mi ha subito fatto strabuzzare gli occhi: un corridoio cosparso di fotografie macro di coralli (scheletri e tessuto) ingranditi x75 volte.
E poi la particolare proiezione sopra gli ascensori, situati in una grotta naturale mantenendo le caratteristiche della roccia.
Ed ora si inizia a ragionare.
La suggestiva atmosfera che accompagna il visitatore all'interno dell'acquario suggerisce una discesa verso la profondità abissale, una sensazione particolare che suscita meraviglia in ogni appassionato e non.
Arrivati finalmente all'acquario vero e proprio ci si trova davanti all'enorme vasca di barriera con strapiombo posteriore.
E questo è il retro dell'enorme vasca, situato a circa 5 metri sotto il primo vetro. Questo è lo "strapiombo" del reef.
Pur non essendo la vasca di barriera vera e propria, non ho visto nemmeno un corallo finto. Tutti gli invertebrati presenti sono veri e propri animali, anche in una vasca di queste dimensioni li lasciano condividere lo spazio con squali, grandi pesci e una tartaruga Caretta caretta.
La vasca di barriera, invece, è molto grande e con il vetro inclinato, per permettere ai visitatori di osservare meglio le colonie di corallo.
I coralli non sono coloratissimi e per lo più sono di facile gestione, ma non si può pretendere tutto... ci sono dei pesci enormi e di una salute paurosa, assieme a miriadi di piccoli pinti di banco.
Gestire una vasca del genere richiede tempo e dedizione, ammiro molto i biologi dell'acquario per questo.
Si prosegue con una serie di vaschette dedicate incastonate nel muro.
Vasca per Chromis viridis:
Vasca per meduse Cassiopea (e particolare dei tentacoli)
Questa è una piccola tubastrea cresciuta su un troppo pieno di una vaschetta.
E poi c'è lei, la vasca con il più grande numero di Amphiprion ocellaris giovani che abbia mai visto.
In questo caso troviamo esemplari riprodotti dall'acquario, messi poi in accrescimento assieme sfruttando lo spirito di banco che hanno gli ocellaris prima della maturità sessuale.
E via con un'altra vasca di barriera.
E ancora...
E ancora!!!
Arrivati ad un certo punto vedo una vasca vuota. Resto un pochino deluso della cosa, ma guardando meglio ho capito che nulla è lasciato al caso: la vasca per Gorgasie!!
Nautilus
Vasca che mi ha sorpreso e che sinceramente non mi aspettavo: Fluorescenze e animali di profondità.
La sensibilizzazione verso il mare si sente eccome.
Il discorso ci viene espresso più volte sottoforma di scritte e cartelloni, ma ad un certo punto si arriva a questa bacheca (ovviamente snobbata dai più) dove sono conservati sotto formalina animali in via di estinzione e alcune specie che non esistono più in natura: estinte.
E qui finisce il nostro giro nei mari tropicali. Logicamente non ho messo tutte le foto, sarebbero davvero troppe... ma l'acquario ci porta a visitare un'altra ala della struttura, l'area mediterranea.
Quest'ultima parte è da pelle d'oca, ho visto esemplari di dimensioni enormi e ho quasi rivissuto le esperienze subacquee.
La tecnologia informativa è molto avanzata, le descrizioni si possono consultare attraverso schermi touch-screen incastonati a muro.
Un "piccolissimo" Kreysel con Aurelia aurita
Il museo, invece, ci offre al primo piano un'esilarante "faccia a faccia" con degli squaletti. Voglio far presente che in nessun modo gli animali vengono maltrattati, anzi, ci sono delle strutture per pulirsi le mani da eventuali residui di sapone o sostanze chimiche.
La struttura si adopera infatti all'avvicinamento al mondo acquatico, non la sua distruzione.
il "cinema del mare"