Introduzione:
Il protagonista di questo articolo è l'Artemia salina (fig.1) conosciuta anche come “scimmia di mare” (fig.2), qualcuno magari si ricorderà la pubblicità sul retro di alcune riviste insieme a quella dei famosi occhiali a raggi ”x”. Prima di parlare del suo allevamento per impiego acquariofilo è opportuno dare delle informazioni su cos’è l’artemia, la sua storia e un po’ di biologia. Il tutto verrà trattato in maniera sintetica ma più soddisfacente possibile in stile REEFBASTARDS, questo per permettere al lettore di avere un quadro generale utile per avventurarsi nell’allevamento di questo singolare animale.
Fig. (1) Artemia salina
Fig. (2) pubblicità “scimmie di mare”
Cos’è l’artemia salina?
L'Artemia salina (Linnaeus, 1758) è un piccolo crostaceo di acqua salata, è una specie cosmopolita, la troviamo in più di 500 laghi salati naturali e costruiti dall’uomo, delle aree tropicali, subtropicali e temperate, lungo la costa e le zone interne. Questo organismo ha sviluppato adattamenti a condizioni di vita estreme che gli hanno consentito di colonizzare ambienti ostili e inospitali per altri animali come le pozze saline, la sua peculiarità infatti è quella di riprodursi attraverso la deposizione di uova durature chiamate cisti quando le condizioni diventano pericolose per la sopravvivenza della specie, queste cisti restano in uno stato di quiescenza (criptobiosi) fino a quando non trovano le condizioni ideali per schiudersi. Questa caratteristica è risultata fondamentale per difendersi dai predatori e diffondersi attraverso metodi naturali come vento, onde, animali (uccelli) oppure attraverso l’opera dell’uomo. Il suo utilizzo è stato fondamentale per lo svezzamento dei pesci marini prima in acquacoltura per scopi alimentari successivamente si è iniziato ad utilizzarla anche nella produzione di specie ornamentati, ora è possibile procurarsi facilmente tutto il materiale per allevarla in casa sia per eventuali riproduzioni oppure per la somministrazione diretta in vasca.
La storia dell’artemia in breve:
anni ’30 – diversi ricercatori si accorgono del suo possibile utilizzo, all’inizio si credeva che le cisti fossero dannose
anni ’40 – si inizia a raccogliere le cisti e il commercio
1951 – parte la produzione di Artemia dal Grande Lago salato dello Utah, USA e nella Baia di San Francisco
1970 – la domanda della risorsa supera l’offerta
1976 – Kyoto FAO Technical Conference on Aquaculture dichiara che la carenza per il mercato di cisti è un problema temporaneo
anni ’80 – già alla fine degli anni ’70 si era notata una certa variabilità della qualità dell’Artemia legata al “lotto” che creava dei problemi di costanza qualitativa nella produzione di pesci, questa variabilità è legata alla provenienza ai metodi di raccolta e al contenuto nutrizionale dei naupli, in questi anni si iniziano a studiare metodi per il miglioramento nutrizionale dell’artemia (arricchitori, mangimi)
anni ’90 – si intensificano gli studi per la produzione di cisti anche da altre specie
primi anni 2000 – si iniziano a testare mangimi inerti surrogati dell’artemia (acquacoltura) , visto le fluttuazioni di prezzo del mercato e di disponibilità.
Cenni di tassonomia:
ll nome di Artemia Salina fu utilizzato per classificare la prima specie di Artemia identificata nel lago britannico di Livingstone dal botanico naturalista svedese Linnaeus (fig.3), successivamente il nome è stato utilizzato per tutte le Artemie della zona mediterranea.
Fig. (3) classificazione scientifica
Il genere Artemia è molto articolato caratteristica dovuta anche all’isolamento riproduttivo. I primi tassonomisti assegnarono i nomi a specie di popolazioni aventi diverse morfologie e raccolte a differenti temperature e salinità. Più avanti, la quantità dei nomi venne ridotta e tutti i tipi di Artemia si riferiscono all’Artemia salina , anche se a tutt’oggi esistono nomi che indentificano determinati gruppi di popolazione (fig.4).
Fig. (4) nomi di specie appartenenti al genere Artemia.
Quali sono le differenze tra le varie specie?
Tenendo presente che quasi il 90% della produzione mondiale per scopi commerciali proviene dal Grande Lago Salato (USA) , conoscere le differenze sostanziali tra le varie specie può tornare utile per migliorare la percentuale di successo nello svezzamento di pesci e gamberi.
- Dimensioni e contenuti energetici: l’efficacia nutrizionale è determinata dalla loro capacità di essere ingerite quindi dalla forma e dimensione. Queste caratteristiche biometriche come anche il peso e volume a secco e del nauplio e il suo contenuto energetico, sono direttamente collegate al diametro delle cisti, che risultano essere anche un ottimo indicatore per stabilire la provenienza dell’Artemia.
- Grado di efficienza dell’allevamento: il successo e un buon grado di efficienza dell’allevamento da studi effettuati non sono correlati strettamente alla specie ma sono condizionati dal protocollo di raccolta condizioni di lavorazione e stoccaggio.
- Rateo di crescita dei naupli: questa caratteristica è legata alla specie infatti non si notano differenze tra “lotti” diversi appartenenti alla stessa specie.
- Tolleranza alla temperatura e salinità: questi due parametri influiscono nella sopravvivenza e il corretto sviluppo dell’Artemia. Le maggiori differenze tra le varie specie si possono notare a basse salinità (5 g/l) e temperature elevate (30 -34 °C). La specie proveniente dal Grande Lago Salato dimostrano una maggiore tolleranza a temperature elevate.
- Valori nutrizionali: questo aspetto può essere facilmente manipolato sfruttando la caratteristica dell’Artemia di essere un filtratore non selettivo e quindi attraverso l’utilizzo di appositi mangimi e integratori si possono ottenere ottimi valori nutrizionali anche partendo da specie che a causa della loro provenienza solitamente presentano un valore nutrizionale inadeguato.
Ciclo vitale e riproduzione:
Nella figura seguente (fig.5), è riprodotto in maniera schematica il ciclo vitale di questo crostaceo:
Fig. (5) ciclo vitale dell’Artemia
- Cisti dormienti: come detto precedentemente le Artemie possono produrre cisti metabolicamente inattive in attesa di attivarsi quando le condizioni diventano favorevoli, hanno una forma biconcava e appena entrano in contatto con l’acqua si “idratano” gonfiandosi, l’embrione si attiva e nel giro di 20 ore circa abbiamo la schiusa. Hanno una morfologia complessa divisa in vari strati (fig.6), sono altamente igroscopiche (capacità di una sostanza di assorbire prontamente le molecole d'acqua presenti nell'ambiente circostante), infatti quando vengono immerse in acqua per 1 ora aumentano il loro volume di circa il 140%.
Fig. (6) struttura guscio cisti Artemia salina
- Schiusa: si ha la rottura della membrana delle cisti e l’embrione appare avvolto dalla sua membrana di cova. Mentre l’embrione resta ancora sotto il guscio vuoto della cisti, fase “ombrello”, avviene il completamento della metamorfosi e il nauplio una volta rotta anche la membrana di cova è libero di nuotare
- Stadi larvali:
Nauplio (I° stadio larvale da 400 a 500μm di lunghezza) il nauplio (fig.7) si presenta di colore marrone-arancio con un occhio rosso nella regione della testa e tre paia di appendici: la prime antenne (funzione sensoriale), le seconde antenne (funzioni di locomozione e filtraggio-cibo) e le mandibole (funzione di assimilazione del cibo). La zona ventrale è coperta da un grande labrum o labbro superiore (assimilazione del cibo: trasferisce le particelle di cibo dalle setole filtranti alla bocca). Le larve in questa fase non assimilano cibo visto che il loro sistema digestivo non è ancora funzionante, infatti si nutrono solo del loro sacco vitellino.
Fig. (7) naupli Artemia salina
Metanauplio (II° stadio larvale) inizia circa 8 ore dopo schiusa l’animale muta . Piccole particelle di cibo (cellule algali, batteri, detriti) aventi dimensioni che vanno da 1 a 50 μm vengono filtrate dalle seconde antenne e ingerite dal tratto digestivo finalmente funzionante.
- Subadulto: la larva continua a crescere e cambia muta circa 15 volte. Appaiono nel tronco delle appendici lobulari chiamate toracopodi. Su entrambi i lati del nauplio si sviluppano dei complessi occhi, le antenne perdono la loro funzione locomotoria e avvengono le differenziazioni sessuali. Nei maschi sviluppano degli uncini prensili, mentre le antenne delle femmine diventano appendici sensoriali. I toracopodi si differenziano in tre diverse parti chiamate: telopoditi (locomozione), endopoditi (filtraggio-cibo) e membrane esopodite (branchie).
- Adulto: L’Artemia adulta (fig.8) misura circa 10 -12 mm, ha un corpo allungato con due complessi occhi a stelo, un tratto digestivo lineare, antenne sensoriali e 11 paia di toracopodi funzionali . Il maschio ha un paio di peni nella zona posteriore della regione del tronco e i 2 uncini che usa per aggrapparsi alla femmina durante la fase di accoppiamento. La femmina può essere facilmente riconosciuta dalla sacca di cova o utero situato proprio dietro l’undicesimo paio di toracopodi (fig.9) . Le uova si sviluppano in due ovaie tubolari nel addome. Una volta maturate diventano sferiche e migrano attraverso degli ovidotti nell’utero.
Fig. (8) Artemia salina
Fig. (9) Artemia salina femmina con uova
- Riproduzione: una volta che gli adulti sono pronti avviene la riproduzione che può essere di due tipi. Riproduzione ovovivipara dove le uova fecondate normalmente si sviluppano in naupli natanti, oppure In condizioni estreme (elevata salinità, basso ossigeno) si può avere la riproduzione ovipara gli embrioni si sviluppano fino allo stadio di gastrula circondati da uno spesso guscio secreto da specifiche “ghiandole marroni” presenti nell’utero, entrando in stadio di dormienza metabolica (diapausa) e poi rilasciate dalla femmina .
Decapsulazione:
Lo stato esterno delle cisti composto da un guscio duro che protegge l’embrione può essere rimosso mediante un processo chiamato “decapsulazione” (detta anche “decorticazione”). Le cisti sottoposte a questo trattamento offrono notevoli vantaggi:
- I gusci delle cisti non vengono introdotti in vasca evitando così il problema di eventuali occlusioni intestinali per i pesci che possono ingerire il guscio vuoto.
- Il nauplio presenta un maggior contenuto energetico e peso (circa il 30-55%) poiché non deve utilizzare energia per rompere il guscio duro.
- L’operazione di raccolta dei naupli è facilitata
- Con la decapsulazione si ha anche la sterilizzazione delle cisti
- Le cisti decapsulate possono anche essere utilizzare direttamente come mangime
Il protocollo per la decapsulazione è il seguente:
- FASE IDRATAZIONE: mettere le cisti dormienti (fig. 10) in acqua per circa 60-90 minuti (temperatura 25°C e densità inferiore a 100g/litro) con areazione.
Fig. (10) Cisti di Artemia
- FASE DI DECAPSULAZIONE:
1. raccogliere e scolare le cisti con un filtro a maglia da 100-125 μm
2. immergere le cisti in una soluzione 50% di acqua e 50% candeggina con aeratore acceso (volendo si può aggiungere direttamente candeggina nel contenitore dove viene fatta la fase di idratazione).
3. [fase opzionale] aggiungere 6ml ogni 100ml si volume di una soluzione di soda caustica all’1% la reazione tra questa soluzione e la candeggina è fortemente esotermica (sviluppa calore) quindi per evitare che il calore eccessivo danneggi l’embrione si consiglia di tenere le soluzioni in frigo, fare molta attenzione quando si manipolano questi prodotti i contenitori vanno identificati bene e vanno sempre utilizzati guanti e strumenti di protezione (va bene essere REEFBASTARDS ma la sicurezza prima di tutto).
4. quando avviene il viraggio di colore da marrone ad arancione (fig.11) è avvenuto il processo la durata varia da 3-15 minuti.
Fig. (11) Cisti dopo la reazione dove si nota il viraggio di colore
- FASE LAVAGGIO: una volta che le cisti diventano arancioni vanno subito raccolte per evitare problemi all’embrione e lavate bene (fino a quando non sentite più odore di cloro).
- FASE DI DISATTIVAZIONE (opzionale): per essere certi di eliminare ogni traccia di cloro si possono immergere le cisti in una soluzione allo 0,1% di Na2S2O3 (Tiosolfato di sodio) per circa 1 minuto poi vanno nuovamente lavate con acqua corrente.
- UTILIZZO: a questo punto si può decidere se somministrare direttamente le cisti in vasca oppure farle schiudere.
- CONSERVAZIONE: se non vengono subito utilizzate, si possono conservare in frigo (0-4 °C) in attesa di essere adoperate entro pochi giorni, per le lunghe conservazioni devo essere disidratate utilizzando una soluzione di acqua e cloruro di sodio (330g NaCl/litro) il dosaggio è di 10ml di questa soluzione per 1 grammo di cisti decapsulate messe in un contenitore con areazione dopo circa 18 ore hanno perso circa l’80% del loro con tenuto di acqua e possono essere stoccati per mesi in freezer.
Parametri chimico fisici per lo sviluppo dell’Artemia:
L’Artemia salina ha dei range di tolleranza per quanto riguarda i parametri ambientali molto ampi (fig.12), naturalmente allontanandosi dai valori ottimali si hanno delle minori performance di crescista e sviluppo.
Fig. (12) Tabella tolleranza temperatura e salinità in base all’origine
- TEMPERATURA: gli adulti tollerano breve esposizioni anche a temperature estreme da -18°C a 40°C. Il valore ottimale per lo sviluppo degli adulti e la schiusa delle cisti è compreso tra 25-30°C. Ci sono delle piccole differenze in base all’origine per esempio quelle provenienti dalla S. Francisco Bay hanno una temperatura ottimale intorno ai 22°C mentre quelle provenienti dal Grande lago Salato rendono di più ad una temperatura intorno ai 30°C. L’importante per un buon sviluppo dell’allevamento è evitare sbalzi termici. Le cisti possono essere stoccate per lunghi periodi a basse temperature lontano dalla luce e dall’umidità.
- SALINITA’: l’Artemia ha una eccellente capacità di osmoregolazione, riesce a mantenere la concentrazione salina all’interno dei propri tessuti entro limiti di salinità compresi tra 9 ‰ e 180 ‰. L’ideale è una salinità compresa tra 30-35 ‰ (1.0222 – 1.0262). L’Artemia può sopravvivere fino a 5 ore in acqua dolce poi inizia a smettere di nuotare e muore.
- VALORI ACQUA: L'acqua da utilizzare deve essere priva di cloro , il valore di NH4 non deve superare il valore di 10 ppm, come durezza carbonatica l’ideale è un valore di KH intorno a 8-10.
- PH e LUCE: Il valore ottimale di PH è compreso tra 8 e 9, valori inferiori a 5 e superiori a 10 risultano letali. I naupli vengono concentrati utilizzando una fonte luminosa sfruttando il loro fototropismo positivo (sono attratti dalla luce), per l’allevamento degli adulti e un corretto sviluppo embrionale da studi effettuati sembra che sia ideale un intensità di circa 2.000lux e uno spettro simile a quello della luce solare.
- OSSIGENO: L’Artemia tollera livelli di ossigeno fino a 2 ppm (mg/l). In condizioni ottimali di ossigeno (5 ppm) l’Artemia presenta un colore rosa pallido e giallo, se l’alimentazione è costituita prevalentemente da alghe possono tendere al verdino, in queste condizioni il ciclo riproduttivo e di sviluppo sono rapidi. In condizioni di ossigeno basso e alto livello di nutrienti, salinità elevata e un alimentazione basata su batteri, presentano un colore tendente all’arancione (dovuta alla produzione di emoglobina).
Alimentazione:
L’efficacia nutrizionale di questi organismi varia in base alla loro età sia dimensione che come rapporto proteine/grassi (fig.13).
Fig. (13) Valori nutrizionali medi Artemia salina
Per lo svezzamento di pesci/gamberi sono ideale i naupli, facilmente predabili e ingeribili per la loro dimensione ridotta, gli adulti possono essere utilizzati per alimentare pesci di taglia maggiore come i riproduttori. Essendo dei filtratori non selettivi si possono utilizzare diverse fonti alimentari naturalmente questo va anche ad incidere sulla loro qualità finale, quando si sceglie la dieta da utilizzare va tenuto presente che le dimensione devono essere inferiori a 60m, il prodotto deve essere solubile in acqua. Ecco alcuni esempi di alimenti utilizzati per l’allevamento delle Artemie:
- Fitoplancton: le microalghe più utilizzate per l’alimentazione sono la Nannochloropsis, Tetraselmis, Isochrysis ottimi risultati si sono avuti anche con la Spirulina. L’ideale è utilizzare un mix di più generi per dare all’organismo un profilo nutrizionale più completo possibile. Per avere maggiori informazioni sull’allevamento del fitoplancton ti consigliamo di leggere QUI (Guida REEFBASTARDS per l’allevamento di fitoplancton)
- Lievito di birra: prodotto a basso prezzo (ma dal profilo nutrizionale scarso) di facile reperibilità va sciolto in acqua e somministrato alla coltura, appena distribuito si avrà un intorbidimento dell’acqua bisogna aspettare che l’acqua torni limpida prima di somministrare ancora lievito.
- Mangime inerte: per somministrare alle Artemie alimenti completi e validi dal punto di vista nutrizionale senza l’obbligo di produrre fitoplancton è possibile alimentarli con mangimi in polvere (animali/vegetali), come per il lievito bisogna aspettare che l’acqua torni limpida per evitare di inquinare troppo l’acqua.
- Arricchitori: disponibili sul mercato ci sono mangimi con alto contenuto di ac. grassi 3/6 e proteine da somministrare in fase di finissaggio (poco prima dell’utilizzo finale dell’Artemia) per ottimizzare al massimo le performance zootecniche, in particolare durante le fasi di svezzamento di pesci/gamberi. Questi arricchitori però hanno un costo elevato e non sono facilmente reperibili nei negozi al dettaglio.
Cosa serve per partire?
Adesso dopo esserci fatti una cultura di base sull’Artemia salina da veri REEFBASTARDS è giunto il momento di iniziare a produrla in casa, possiamo decidere di far schiudere le cisti e somministrare direttamente i naupli oppure mantenere le Artemie fino allo sta adulto facendole anche riprodurre.
Come serve per far schiudere le Artemie?
Materiale necessario per la schiusa:
- CISTI : facilmente reperibili nei negozio di acquariofilia
- AREATORE: classico aeratore per acquari con tubicino e una pietra porosa
- SCHIUDITOIO: ci sono numerosi schiuditoi in commercio dal costo e forma variabile si possono utilizzare tranquillamente anche vaschette di plastica o bottiglie (minima spesa massima resa), nello schema seguente (fig.14) abbiamo messo per comodità un contenitore ideale a forma di “V”.
- ILLUMINAZIONE: basta quella naturale se si utilizzano schiuditoi schermati e dotati di un punto esposto alla luce dove far concentrare i naupli, oppure si può utilizzare una luce putiforme per facilitare la pesca in modo tale da non recuperare cisti non schiuse e gusci (se non si è proceduto alla decapsulazione)
- SETACCIO: utile per la raccolta dei naupli (maglia 100 – 125 m)
Fig. (14) Schema schiusa Artemia salina
Tutorial REEFBASTARDS: Schiudere Naupli di Artemia by ALGRANATI (www.algranati.it)
Molte persone spesso mi chiedono come schiudere le artemie quindi vi ho preparato 4 video su come faccio io.
I metodi che utilizzo sono fondamentalmente 2.
1) Metodo con schiuditoio:
Quando devo utilizzare i naupli per cibare i piccoli pesciolini nati.
I pro: utilizzando questo metodo è che schiudere artemie con lo schiuditoio, è secondo me, il metodo + sicuro per non dare cisti non schiuse o cortecce.
I Contro: lentezza di schiusa e basso rateo di schiusa.
2) Metodo con bottiglia, che vi descriverò in questo articolo:
I Pro: velocità di schiusa ( 24 h ) , rateo altissimo di schiusa.
I Contro: non si dividono perfettamente le cisti dai naupli ma se si devono dosare per alimentare pesci adulti o coralli......non ci sono problemi.
Vediamo ora i passaggi fondamentali:
1) Prendere una bottiglia e tagliargli il fondo a 3 cm dal fondello.
Infilare nel fondello un tubicino di quelli verdi rigidi per areatori e farlo arrivare all'inizio del Tappo.
Collegare il tubo verde a un areatore. ( dai filmati poi si capisce come posizionarlo ).
2) Preparare l'acqua con 1 lt di acqua del rubinetto e 4 cucchiaini da thè di sale da cucina fine.
3) Mettere l’acqua già salata nella bottiglia e aggiungere 2 cucchiaini di cisti
4) l’aeratore deve essere impostato in modo che faccia sobbollire l’acqua in maniera decisa.
5) dopo 24 h iniziano a schiudersi le cisti per poi arrivare dopo 36 h con la massima schiusa.a questo punto staccate l’aeratore e lasciate riposare il tutto per mezz’ora.
Dopo mezz’ora……utilizzando il tubo dell’aeratore……aspirate e filtrate l’acqua con dentro i naupli……sciacquate con acqua della vasca e dosate ai coralli.
Molte persone spesso mi chiedono come schiudere le artemie quindi vi ho preparato 4 video su come faccio io.
I metodi che utilizzo sono fondamentalmente 2.
1) Metodo con schiuditoio:
Quando devo utilizzare i naupli per cibare i piccoli pesciolini nati.
I pro: utilizzando questo metodo è che schiudere artemie con lo schiuditoio, è secondo me, il metodo + sicuro per non dare cisti non schiuse o cortecce.
I Contro: lentezza di schiusa e basso rateo di schiusa.
2) Metodo con bottiglia, che vi descriverò in questo articolo:
I Pro: velocità di schiusa ( 24 h ) , rateo altissimo di schiusa.
I Contro: non si dividono perfettamente le cisti dai naupli ma se si devono dosare per alimentare pesci adulti o coralli......non ci sono problemi.
Vediamo ora i passaggi fondamentali:
1) Prendere una bottiglia e tagliargli il fondo a 3 cm dal fondello.
Infilare nel fondello un tubicino di quelli verdi rigidi per areatori e farlo arrivare all'inizio del Tappo.
Collegare il tubo verde a un areatore. ( dai filmati poi si capisce come posizionarlo ).
2) Preparare l'acqua con 1 lt di acqua del rubinetto e 4 cucchiaini da thè di sale da cucina fine.
3) Mettere l’acqua già salata nella bottiglia e aggiungere 2 cucchiaini di cisti
4) l’aeratore deve essere impostato in modo che faccia sobbollire l’acqua in maniera decisa.
5) dopo 24 h iniziano a schiudersi le cisti per poi arrivare dopo 36 h con la massima schiusa.a questo punto staccate l’aeratore e lasciate riposare il tutto per mezz’ora.
Dopo mezz’ora……utilizzando il tubo dell’aeratore……aspirate e filtrate l’acqua con dentro i naupli……sciacquate con acqua della vasca e dosate ai coralli.
L’Artemia salina come detto precedentemente può essere allevata per ottenere individui adulti da somministrare ai nostri ospiti. Una volta raccolti i naupli vanno messi in una vasca (contenitore) che servirà per l’allevamento. Una cosa importante è nella prima settimana fare attenzione ai livelli di ammoniaca che possono causare problemi ai naupli e quindi compromettere la buona riuscita dell’allevamento, quindi non bisogna esagerare con l’alimentazione ed eventualmente fare cambi più ravvicinati, magari aiutandosi con un retino fino per evitare di perdere naupli. In circa 8-12gg in base alla temperatura i naupli diventano adulti e intorno alla 3° settimana di vita iniziano a riprodursi. Quindi a questo punto se manteniamo le condizioni ambientali buone avremo la nascita di naupli natanti (riproduzione ovovivipara).
Materiale necessario:
- NAUPLI DI ARTEMIA: fatti schiudere in precedenza.
- VASCA ALLEVAMENTO: va bene qualsiasi contenitore ad uso alimentare (bacinelle, secchi ecc.) il volume dipende dallo spazio disponibile e dalla quantità necessaria ai nostri scopi. Solitamente si usano contenitori dai 20 ai 50 litri per comodità.
- SALE: si può utilizzare tranquillamente il classico NaCl (sale da cucina) si fanno sciogliere circa 33g litro
- RISCALDATORE: utile per mantenere la temperatura nei messi più freddi. L’allevamento può essere fatto sia al chiuso e all’aperto.
- AREATORE: utile per mantenere il livello di O2 della vasca
- RETINO PER LA RACCOLTA: retino a maglia 1-2 mm in modo tale da pescare solo gli individui adulti e permettere ai naupli di crescere e diventare adulti per mantenere costante la popolazione.
Volendo si può allevare l’Artemia salina in maniera intensiva riducendo il volume di allevamento in termini di litri e aumentando la concentrazione di naupli per ml (si può arrivare anche a 40.000 naupli/litro). L’aspetto positivo di questo tipo di allevamento intensivo è quello di ridurre notevolmente gli spazi da dedicare all’accrescimento dell’Artemia salina (basta una semplice bottiglia da 2 litri) ma bisogna stare molto attenti a mantenere i valori ambientali stabili e ottimali per l’allevamento e garantire una corretta ossigenazione qui è fondamentale l’uso dell’aeratore. Solitamente questo tipo di allevamento è utilizzato principalmente per ottenere artemie adulte da somministrare in vasca non quello di farle riprodurre e mantenere una popolazione in continuo.
Ultime FAQ:
Come si trova l’artemia in commercio?
Come spiegato in questa guida l’artemia viene venduta sotto forma di cisti per l’allevamento, possiamo anche trovare artemia congelata pronta per essere data in vasca (va lavata prima di somministrala), oppure artemia liofilizzata l’ideale è arricchirla con vitamine (se non è già venduta arricchita) e fatta idratare un po’ prima della somministrazione in vasca.
Quanto tempo prima va arricchita l’artemia?
Solitamente va dosato l’arricchitore 12/24 ore prima della somministrazione in vasca
Quali sono le differenze tra arricchitore e alimento?
La differenza fondamentale è nella % di ac. grassi gli arricchitori hanno un profilo nutrizionale ottimizzato ma hanno un costo elevato e vengono utilizzati solo nella fase finale.
Quanti grammi di cisti per litro?
Indicativamente una quantità variabile tra 5 e 10 grammi
Conclusioni:
E questo è tutto cari REEFBASTARDS … sperando di non avervi annoiato troppo con questa guida adesso non vi resta altro che procurarvi il materiale necessario e iniziare a divertirvi. Se avete ancora dubbi o domande oppure volete riportare le vostre esperienze potete tranquillamente utilizzare il nostro forum.
Bibliografia:
Aquacolture 12 (1977) 311-315 Decapsulation of Artemia cysts: a simple technique for the improvement of use of brine shrimps in aquaculture - Patrick Sorgeloos, Etienne Bossuyt, Einsten Laviña, Marité Baeza-Mesa & Guido Persoone
Plankton Culture Manual 6th Edition (1987) - Frank H. Hoff &Terry W. Snell
Microalgal feeds for aquaculture (1994) - Gladue R.M. & Maxey J.E.
Manual on the Production and Use of Live Food for Aquaculture (1996) - Patrick Lavens & Patrick Sorgeloos
Artemia Research and is Application, Vol. 3 Ecology, Culturing , use in Aquacolture (1987) - P. Sorgeloos, D.A. Bengton, W. Decleir & E. Jaspers