Originariamente Scritto da
savo69
....certo che se riusciamo a litigare anche tra 4 gatti che siamo rimasti in questo forum, siamo proprio alla frutta
A parte la battuta ( e prendetela come tale, mi raccomando ), io personalmente sono d'accordo sia con @
zebra2 che con @
ciko. Ovvero, l'etica e la morale imporrebbero di avere il minor impatto possibile sul pianeta, e quello detto da zebra2 non può che essere condivisibile. Acquistare pesci da chi dismette sarebbe la cosa migliore, acquistare talee da acquari di altri appassionati lo sarebbe in egual modo. Tuttavia ci sono alcune cose da precisare.
Dal punto di vista puramente commeciale, partiamo dal presupposto che ogni hobby ha alle sue spalle una struttura commerciale che vive sull'hobby stesso. Nel nostro caso ci sono negozianti, importatori, allevatori, trasportatori, produttori, tutte attività commerciali che traggono il loro guadagno (e quindi il loro sostentamento) dal commercio di prodotti per l'acquariofilia, ivi compresi pesci e coralli, e che andrebbero comunque salvaguardati. Non ci inc@##eremmo se fossimo dei fruttivendoli ed il nostro vicino di casa con un piccolo frutteto vendesse al 30% in meno la stessa frutta che vendiamo noi sulla quale paghiamo tasse, spese, bollette e quant'altro? Non dimentichiamo inoltre che l'acquisto di beni da un soggetto privato che non privi il soggetto stesso dalla proprietà (ad esempio i coralli di cui ne vengono venduti solo dei frammenti), per il fisco italiano rappresenta reato. In primo luogo perchè non vi è la regolare tracciabilità (cites) e in secondo luogo perchè produce reddito non tassato. Ora, non è che sono i 50 euro di qualche talea venduta qua e là che fanno l'evasore fiscale (snche se so per certo che alcuni acquariofili ne hanno fatti parecchi di soldi vendendo talee), ma se vogliamo essere etici fino in fondo io un occhio anche a questo aspetto comunque lo darei.
Dal punto di vista morale e ambientalista invece, ritengo che nel momento in cui la cattura di pesci, piuttosto che l'allevamento di coralli sono regolamentati da normative internazionali, non vi è motivo di farne una ragione ambientalista. Se vogliamo essere "total green" (e qui sono d'accordo con ciko) dovremmo spegnere le nostre vasche, perchè non è solo l'acquisto di una talea da un privato piuttosto che da un negoziante che ci rende ambientalisti. Stiamo vivendo un momento drammatico dovuto alla siccità e noi, con i nostri impianti ad osmosi, sprechiamo 4 litri di acqua per produrne 1 necessario alle nostre vasche. Siamo in un momento di crisi energetica mai vista prima, e noi consumiamo centinaia di Watt 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Parliamo di Net Zero 2030 e, nel 2022, acquistiamo sali sintetici prodotti con processi industriali che emettono CO2, e così via.
Personalmente, se avessi dovuto riempire la mia vasca da 1000 litri con pesci, rocce e coralli acquistati da altri acquariofili, avrei dovuto girare mezzo nord Italia con un auto diesel che, sebbene relativamente nuova, emette CO2 consumando litri e litri di gasolio (a 2 euro al litro). Non sarebbe stata una cosa esattamente ad impatto 0.
Riguardo al costo del flavescence (main topic di questo thread) fa scandalo perchè è un pesce comune che è passato da 50 euro a 400 in pochi mesi. Tra 10 anni probabilmente sarà un pesce per pochi come lo è l'achilles o tanti altri pesci ancora più costosi (basti pensare al centrophyge hawaiienenis, o il chaetodontoplus conspicillatus o l'holacanthus clarionensis, tutti pesci sopra i 2000 euro). Saranno "pezzi" da collezionisti facoltosi così come già tutt'oggi lo sono alcune specie di gatti o di cani. Fa tutto parte di un processo evolutivo.
Il tutto ovviamente IMHO. ;-)
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